Tutto quello di cui una mamma necessita per accompagnare al meglio lo
sviluppo psicomotorio del proprio bambino nel primo anno di vita:
Lo sviluppo psicomotorio, segue determinate fasi evolutive, che
non necessariamente evolvono tutte allo stesso ritmo.
Per comprendere al meglio quali siano le reali necessità
psicomotorie di un neonato in salute bisogna partire dal presupposto che se egli stesso non riesce ad esprimere un
movimento, di certo il nostro aiuto non migliorerà le cose;
Il concetto base è che il neonato deve essere lasciato
libero di esprimersi in totale libertà, garantendo la massima sicurezza e la
costante supervisione.
L’unica posizione
consentita è quella che riesce a mantenere da solo; e qui mi rivolgo a
tutti quei genitori ansiosi di vedere i propri bimbi in posizione verticale con
i piedini poggiati a terra; già perché negli anni mi è capitato di sentire
esclamare a molti genitori “il mio bimbo vuole stare in piedi o il mio bimbo
vuole camminare” magari tenendolo così fra le loro braccia e sovraccaricando
l’articolazione delle anche. Spesso a contribuire a questo errato comportamento
è l’instaurarsi di un ipertono benigno agli arti inferiori che stabilizza e
sembra rinforzare le gambe. Il tono muscolare di un neonato infatti è un’alternanza
di ipotonia (nuca e tronco) e ipertonia (arti superiori ed inferiori). Quindi
cari genitori non abbiate fretta di mettere in piedi il vostro bambino anche perché
lui quando sarà pronto non necessiterà di certo del vostro aiuto!!!
Se il bambino da solo
non riesce a raggiungere la stazione eretta vuol dire che i muscoli coinvolti
nella verticalizzazione non sono ancora pronti per affrontare tale carico.
Risulta quindi assolutamente inutile se non controproducente
aiutare il bambino tenendolo dalle due manine per farlo camminare, per poi
cercare anche di lasciarlo da solo, soprattutto perché se ancora non pronto appoggerà
solo le punte dei piedi e tenderà a sbilanciarsi in avanti con il peso del
corpo proiettato verso le vostre mani per cercare aiuto, entrando così anche in
un circolo vizioso in cui si sentirà incapace e
richiederà continuamente il vostro intervento. Spesso mi ritrovo quindi
a scoraggiare molti genitori dall’adottare queste strategie che bruciano le
tappe motorie del bambino.
Risulta quindi d’obbligo ricordare che il cammino deve essere una conquista autonoma e non una imposizione.
Spesso i genitori mi chiedono come mai i loro bambini non gattonano o come mai hanno imparato
a camminare senza gattonare e se questo può influire negativamente sul loro
sviluppo. Il gattonamento va
considerato come una vera e propria tappa nello sviluppo del bambino,
una fase preparatoria che gli permetterà di acquisire sicurezza e abilità e che
gli consentirà di prendere consapevolezza delle distanze, delle profondità e di
sperimentare ostacoli e pericoli. Capita che alcuni
bambini non gattonino o non sperimentino nessun tipo di
spostamento a terra, non importa, cammineranno con i loro tempi. Anche se per
esperienza posso affermare che i bambini che non hanno gattonato sono
quelli che hanno ricevuto più interferenze da parte dei genitori o che comunque
non sono stati lasciati abbastanza liberi sul tappeto. Se questo influisce sul
loro sviluppo motorio io risponderei di no, anche se bisogna sottolineare come
spesso questi bambini siano più soggetti a cadute pericolose quando imparano a
camminare non avendo avuto l’opportunità di prendere le misure .
La tipologia di bambino “iperassistito” dal genitore è
proprio quella che riporta di frequente più danni da caduta, risultando spesso più
impacciati e meno pronti a far fronte alle perdite di equilibrio .
Unico “intervento” esterno da parte del genitore potrebbe
essere quello di adagiare il neonato in posizione prona, sin dai primi giorni
di vita, sempre supervisionando. La posizione a pancia in giù sarà mantenuta
prima per pochi secondi fino ad arrivare nel tempo a diversi minuti, fino a
quando girando da solo non deciderà lui la posizione che preferisce. Tale
posizione è in grado di rinforzare sin da subito i muscoli della schiena e del
collo.
Seguendo questi accorgimenti il bambino non dovrà esser
tenuto in braccio costantemente perché libero di esprimersi e conoscere sul
tappeto il mondo che lo circonda in totale sicurezza, questo gioverà anche alla
schiena del genitore che avrà un’alternativa al tenerlo in braccio.
Tutti i bambini hanno
diritto di attraversare le tappe motorie in libertà e assecondando i loro tempi.
Rappresenta un’ansia comune fra i neo genitori quella di
vedere prima possibile il proprio pargolo camminare, e qui mi ritrovo sempre a
sottolineare loro come non ci sia alcuno studio scientifico che conferma che il
bambino che cammina prima sia più intelligente di quello che inizia dopo, così
come non ci sono studi sul fatto che avrà o meno successo nella vita in base a
quando inizia a camminare.
Quindi caro genitore take it easy!!!
Goditi questi magici momenti al fianco del tuo pargolo senza
interferire.
Vediamo quindi in ordine quali sono i 5 accessori utili:
1.
Palestrina
attività sin dalle prime settimane possiamo fare trascorrere gradualmente
un po' di tempo nella palestrina
2.
Fascia
elastica Tenendo il neonato in fascia quando sarà stanco di stare sul tappeto, oltre a rassicurarlo, a
calmarlo ed attenuare le famose colichette, si allenano i muscoli del collo e
della schiena.
3.
tappetone
morbido di gomma quando incomincia a
strisciare ed a rotolare il piccolo avrà bisogno di più spazio per muoversi e
così un morbido tappeto è la soluzione ideale.
4.
Cuscini
varie dimensioni a circondare qua e là il tappeto, forniranno lo spunto ideale
al raggiungimento della posizione quadrupedica. Divertente sarà assistere ai
primi tentativi di cavalcarli.
5.
Cesto del
tesoro Montessori fai da te. Molto utile per stimolare il tatto e la
prensione anche fine. Utili nel cestino sono oggetti sicuri di uso anche
quotidiano che il bambino potrà afferrare in tutta sicurezza.
Presupposti per tutte
le attività sono la gradualità e la supervisione costante
Accessori inutili sono girello , box, primi passi , bretelle
o guinzaglio.
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