Sembrerà strano
ma fino a quasi 70 anni fa era la normalità. Fino a prima che ci convincessero
che un bambino non può essere svezzato con cibi solidi se non omogeneizzati questa
era la prassi.
Da quando il
baby food è entrato a gamba tesa nella nostra quotidianità siamo portati a
pensare che ogni cosa debba essere specificatamente adatta al bambino.
E’ mia ferma convinzione che l’unica cosa che preferirei non dare ad un bambino è proprio il “cibo per bambini”.Ne comprendo l'utilizzo per le mamme che vanno sempre di corsa, ma rientrando anche io pienamente in questa categoria, trovo molto più pratico, sano ed economico, far mangiare quello che di sano c'è sulla tavola. Verdure al vapore, un bel piatto di fusilli al sugo, magari del cous cous di verdure,della quinoa. La vastità di scelte sane é infinita.
Sembrerà un ossimoro ma sono abituata a far la guerra al “finto” cibo, da
quando sono diventata consumatrice consapevole e attenta lettrice di etichette.
Mi dilungherò nei prossimi articoli sui mirabolanti ingredienti a cui ci ha
abituato l’industria alimentare del baby food, per il momento soffermiamoci
sull’autosvezzamento.
Autosvezzamento
è una forma mentis.
Mai ci
sogneremmo di fare una cosa contro la nostra volontà e men che meno la faremmo
se non ne fossimo capaci o se non fossimo in grado di farla da soli.
Allora perché imboccare
un neonato quando ancora non è pronto lui stesso ad afferrare il cibo?
Il principio è
lo stesso che potremmo applicare ad un qualsiasi adulto. Perché imporre il
nostro volere ad un bambino che non manifesta interesse al cibo? Perché imboccare
la pappa di frutta a 4 o 5 mesi se il bambino stesso molto spesso non è pronto?
Perché pensare che il bambino abbia bisogno di pappe o di essere imboccato per
sopravvivere?
E’ l’evoluzione,
è l’istinto di sopravvivenza, e non c’è niente di più primordiale che
procacciarsi il cibo.
Così come il
bambino non avrà bisogno del vostro sostegno per camminare ma solo del vostro
amore, della vostra vicinanza e supervisione,così sarà anche per mangiare e
nutrirsi.
Alla base dell’autosvezzamento
c’è proprio
questa “filosofia” di vita, ovvero: se il bambino non manifesta
interesse verso il cibo che state mangiando vuol dire che non è ora di
mangiare.
Rimando alla
stessa filosofia il concetto del camminare da soli, di seguito il link dell’articolo http://studiodottoressagiordano.blogspot.it/2017/04/5-accessori-utili-alla-crescita.html?m=1.
Da
fisioterapista, abituata a rispettare i tempi del bambino, che sia per
gattonare, per camminare o per svezzare, sono abituata a non avere dei rigidi
schemi dettati dall’età o dall’orologio, ma piuttosto dalla maturazione ed
evoluzione delle varie qualità ed abilità.
Requisiti
fondamentali da parte del bambino per l’autosvezzamento sono:
1. star seduti con la schiena dritta senza l’aiuto
di supporti.
2.
La perdita del riflesso di estrusione linguale quando
si avvicina un cucchiaino alla bocca, si verifica quando il bambino non
spingerà più con la lingua il cucchiaino.
3.
Mostrare palese interesse per il cibo in tavola
Conditio Sine
qua non è che il bambino sia abituato a sedere a tavola durante i pasti per
essere stuzzicato e allettato dal cibo.
Quindi come
iniziare a praticare l’autosvezzamento se il bambino ha tutti i requisiti? Semplice, riunitevi
in famiglia e mangiate davanti a lui un bel piatto di fusilli o altro
facilmente maneggiabile e vedrete la sua reazione.
La prima cosa
che ha assaggiato e maneggiato la mia bimba è stato un broccolo al vapore quando aveva 8 mesi.
Di certo all’inizio
non faranno un pasto completo ma fidatevi del loro istinto, il bambino sa
autoregolarsi, e vedrete che con il tempo riempirà il pancino a dovere.
Ulteriore
condizione per intraprendere l’autosvezzamento è che in famiglia ci si alimenti
in modo sano senza sale o con pochissima aggiunta, preferendo quando è
possibile i cibi cotti al vapore. Un’ equilibrata dieta mediterranea è spesso la
scelta appropriata per prevenire obesità e malattie cardiovascolari.
Rimando tutti i
genitori interessati alla pratica a visionare sul canale youtube i video sull’autosvezzamento.
Troverete numerosi bambini intenti a “mangiare” ed a sporcarsi.
Ecco sporcarsi è
un’altra delle prerogative dell’autosvezzammento. Come tutte le cose, se nella
vita sei abituata e pronta al peggio, questa condizione ti sembrerà superflua.
Certo non ci si può aspettare che non si sporchi un po', ma non ricordo di cibo
sul soffitto e sui muri se non quel poco che scivola dalle loro mani. Ulteriore
condizione e consiglio, mai, e dico mai far giocare con il cibo più del dovuto
o portare sul seggiolone giochi o oggetti per distrarre ed intrattenere il
bambino. Il seggiolone deve essere sgombro per poter ospitare direttamente il
cibo. Se ben igienizzato potrete poggiare lì direttamente il cibo senza la
necessità di inutili kit pappa. Se poi ve la sentite quando incomincerà a
mangiare di più, potete fare come me ed utilizzare un semplicissimo piatto di
porcellana possibilmente non del servizio buono!A me non è mai successo ma
potrebbe rompersi cadendo per terra, se vi distraete. Assolutamente vietato
anche accendere la tv mentre si mangia. La tv, che fa da sottofondo mentre si
mangia, va categoricamente evitata per non distrarre il bambino dal cibo e anche
per la pace di tutta la famiglia, che si riunisce magari a cena dopo una
giornata fuori. Il pasto è sempre condivisione e occasione di racconto della
giornata vissuta per grandi e per piccoli.
Praticare l’autosvezzamento nel tempo per alcuni è diventato necessità e normalità mentre per altri è sinonimo di ansie e perplessità.
Per questo care mamme, se non ve la sentite di far maneggiare a vostro figlio pezzetti di cibo e farglieli portare alla bocca da solo con l’ansia che si strozzi, pur avendo assistito ad un corso di disostruzione pediatrica, vi consiglio di lasciare stare la pratica dell’autosvezzamento.
Con questo articolo non voglio né incoraggiare e né scoraggiare , ma come è mia abitudine fare, voglio solo riportare la letteratura scientifica e la mia esperienza personale, al fine di lasciare le conclusioni al lettore.
L’autosvezzamento è una pratica così naturale e molto spesso automatica che se condizionata da ansia e stress penso non porti a benefici.
Quindi care
mamme riepilogando:
lo Svezzamento
tradizionale
1. Viene iniziato secondo le indicazioni del pediatra, della mamma o comunque di un’altra persona.
Si tende a introdurre un pasto completo alla volta e a eliminare la poppata corrispondente il più velocemente possibile seguendo un calendario prestabilito.
Il bambino di solito mangia separatamente dal resto della famiglia
Si tendono a privilegiare pappe, omogeneizzati e baby food in generale (spesso perché si inizia troppo presto, per cui non si hanno alternative). Il fatto che le pappe siano preparate a casa o acquistate già pronte, poco importa.
La gradualità è dalle pappe ai pezzetti, ai pezzetti più grandi al cibo “normale”.
L’Autosvezzamento
- . È un processo che inizia solo quando lo decide il bambino e non qualcun altro.
- Si comincia con piccoli assaggi, effettuati con la famiglia a tavola. Il latte non viene sostituito seguendo il calendario, ma seguendo il naturale sviluppo del bambino.
- I pasti vengono sempre condivisi per cui il bambino non mangia da solo.
- Siccome abbiamo atteso che il bambino fosse pronto, non c’è nessun bisogno di affidarsi a cibi speciali preparati solo per lui. Invece possiamo condividere la tavola e quello che c’è: tutti in famiglia mangiano le stesse cose
- La gradualità la vediamo nel passaggio da micro assaggi ad assaggi sempre più consistenti fino a veri e propri pasti.
Tra gli innumerevoli vantaggi ci sono anche una riduzione delle allergie dovuta alla precoce introduzione dei cibi non rispettando le solite tabelle pediatriche.
Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, condotto su 640 bambini ad alto rischio di diventare allergici alle arachidi, ha evidenziato che se l’alimento è introdotto prima degli 11 mesi, la probabilità di sviluppare l’allergia scende di circa l’80%.
L'autosvezzamento ricorrendo inizialmente a piccoli assaggi ha quindi un effetto desensibilizzante. La somministrazione in quantità crescenti del cibo responsabile di allergie, si sta mostrando utile per uovo, latte, pesce e frutta.
Bibliografia
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Salute (da Pag. 36)
Direttiva UE sull’alimentazione da 0 a 3 anni
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Libri:
Lucio Piermarini, Io mi svezzo
da solo, Bonomi Ed.
Lucio Piermarini, Sabina Bietolini I primi 1000 giorni,manuale di alimentazione naturale fisiologica
dal concepimento ai 2 anni.Come formare e crescere i figli in salute con il
cibo.
Luciano Proietti, Figli vegetariani
Ospedale Burlo di Trieste, Io mangio come voi. 63 ricette gustose
per mangiare bene da 6 mesi a 99 anni.
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